mercoledì 8 novembre 2023

Pappardelle all’uovo, cubetti di porcini surgelati e salsa al tartufo.

 



Dose per due porzioni

2,5 etti di pappardelle all’uovo sfoglia ruvida

3 etti di funghi porcini a cubetti surgelati

2 – 3 cucchiaini di salsa al tartufo

1 tazzina di vino bianco

1 noce di burro

2 cucchiai di olio evo

mezzo cucchiaino di pasta d’acciughe

1 spicchio d’aglio in camicia

mezza cipolla bianca tagliata a pezzettini

Procedimento

In un’ampia padella preparate un soffritto con olio, aglio e cipolla, quindi versate direttamente i funghi senza scongelarli. Lasciate cuocere a fiamma viva mescolando per circa 15 minuti. Quando tutta l’acqua sarà evaporata sfumate con un po’ di vino bianco. Lasciate evaporare anche il vino e, solo a questo punto, salate, pepate e togliete l'aglio. Togliere dal fuoco.

Dentro una padellina sul fuoco mettere una noce di burro, un cucchiaio d’olio evo e la pasta d’acciuga. Evitare di cuocere, aggiungere la salsa tartufata, mescolare bene e versare il tutto nella padella grande.

Cuocere la pasta al dente, versarla nella padella rimessa sul fuoco assieme a due cucchiai di acqua di cottura, mantecare molto bene e servire.

 

 

 

martedì 7 novembre 2023

Tagliatelle uovo alla salsa tartufata: i segreti per non sbagliare.

 



Le tagliatelle al tartufo sono uno dei primi piatti più apprezzati e gustosi della cucina italiana. Rappresentano l’essenza della nostra terra e la semplicità della nostra tradizione culinaria.

La ricetta delle tagliatelle al tartufo è anche una delle più semplici e veloci da preparare: con pochissimi ingredienti preparerete un primo piatto profumato e raffinato.

Come tutte le ricette semplici e in apparenza banali, la buona riuscita della ricetta è data dalla buona qualità delle materie prime. Nonché dal rispettare di alcuni facili passaggi.

Ecco due trucchetti che dovete conoscere per cucinare il tartufo:

  •  il tartufo, come la salsa tartufata, non va mai cotto, al limite solo scaldato per massimo due minuti poiché potrebbe perdere parte del suo aroma.
  • se il tartufo o la salsa fossero poco saporiti (può capitare) per conferirgli più aroma si aggiunge una puntina di pasta di acciughe alla salsa.

La pasta d’acciughe infatti (in piccole quantità) aiuta ad esaltare il sapore del tartufo, soprattutto quando questo non è troppo aromatico.

La preparazione del piatto è piuttosto semplice.

Nella padella sul fuoco si mette una noce di burro, un cucchiaio di olio evo, una fogliolina di salvia da togliere alla fine, mezza acciuga salata sott’olio spappolata con la forchetta e, fuori dal fuoco alla fine, un cucchiaino di salsa tartufata a testa e un poco d'acqua di cottura della pasta.

Si versa in padella la pasta all’uovo e si proceda a mantecare prima di servire.

Se vi piace la salsina sul fondo del piatto, basterà aggiungere una punta di cucchiaino di amido di mais durante la mantecatura, che dovrà essere piuttosto vigorosa.

 

 

 

 

 

domenica 5 novembre 2023

Cosa sono i Pitoni di Messina?

 

 



I Pitoni Messinesi, o Pidoni, sono uno dei tipici street food della città di Messina.

Sono dei calzoni ripieni di scarola riccia, formaggio e alici, versione “tradizionale”.  

Vanno fitti in olio, preferibilmente di girasole, ma anche in forno i pitoni si gonfieranno e risulteranno leggeri e golosi.

 

 

Perché si chiama Pidone?

 

Pitoni messinesi, lo street food da provare almeno una volta nella vita

 

pitoni messinesi sono lo street food più celebre della cittadina siciliana affacciata sullo Stretto. Un vero classico che si deve provare almeno una volta nella vita, soprattutto se siete di passaggio a Messina.
I tratti distintivi del pitone tradizionale sono la morbidezza dell’impasto dorato ed il ripieno ricco di ingredienti locali.

Ma prima di svelarvi la ricetta del tradizionale manicaretto, c’è un argomento spinoso da affrontare. Anche se in misura minore rispetto all’arancino, dietro il suo nome si nasconde una diatriba su quale sia il termine più giusto: pidone o pitone?

Pidone o pitone?

Secondo alcuni, il termine “pitone” sarebbe da ricondurre ad un personaggio della mitologia greca, Pitone appunto. Un drago-serpente che prima di essere ucciso da Apollo custodiva l’oracolo di Delfi.
Sempre seguendo il filone greco, altri ricollegano il “pitone” alla celeberrima “pita”.

Per quanto la fantasia sia sempre cosa gradita, soprattutto in cucina, la teoria più verosimile sull’origine del nome pitone sembra essere la seguente.

Secondo alcuni il nome originario del manicaretto siciliano era “pidone”, da “pede” (piede), ovvero “calza di lana” o “soletta”. Proprio come nella metafora tra “calza” e “calzone” (quello buono che prendiamo in rosticceria), anche il termine “pidone” indicherebbe una sorta di focaccia ripiena. Da “pidone” si sarebbe arrivati poi a “pitone”, perdendo quindi il significato etimologico del termine e seguendo la tendenza del dialetto siciliano a far pronunciare la t al posto della d.

Curiosità

Nei pitoni fatti in casa si aggiunge pomodoro a pezzi o pelato, mai presente in quelli acquistati in rosticceria.

 

 

 

 

 

 

 

martedì 24 ottobre 2023

PEPERONI ACCIUGHE E PANGRATTATO



ECCO LA RICETTA

Ingredienti

PEPERONI (ROSSI E GIALLI)

800 gr

ACCIUGHE SALATE SOTT’OLIO

3

PARMIGIANO

40 gr

AGLIO

5 spicchi in camicia

ORIGANO

un pizzico

MOLLICA DI PANE tostata

120 gr

MANDORLE A FETTINE

40 gr

OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA

q.b.

SALE

q.b.

I peperoni ammollicati sono un contorno semplice e gustoso, tipico della tradizione del Sud Italia e in particolare di quella siciliana. Si tratta di una ricetta estiva molto facile e veloce:

Una volta puliti e tagliati a listerelle, i peperoni vengono cotti in padella con un fondo di poca acqua, olio abbondante e aglio, quindi successivamente arricchiti con acciughe, mollica tostata, parmigiano e origano. Soltanto alla fine, tolto l’aglio, si aggiungono le fettine di mandorle.

Serviti tiepidi o a temperatura ambiente, sono perfetti per accompagnare qualunque secondo piatto di carne o di pesce. Puoi gustarli su dei crostini di pane, come stuzzicante aperitivo insieme a formaggi freschi e salumi, o utilizzarli per farcire torte salate, panini, focacce o frittate di uova.

Il piatto palermitano, con aggiunta di olive nere e capperi, prende il nome di ‘peperoni ammuddicati’.

 

  

domenica 15 ottobre 2023

PASTA CON I GAMBERONI






Pasta con i gamberoni: gustoso primo piatto di mare con gamberoni e pomodorini.

La pasta con i gamberoni è tra i primi piatti di mare più semplici e gustosi che si possono preparare. Sono un’ottima alternativa ai più classici spaghetti allo scoglio, un primo di pesce con crostacei e molluschi molto apprezzato.

Ingredienti per 4 persone:

  • 350 gr di pasta
  • 750 gr di gamberoni argentini surgelati
  • 6 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
  • 2 spicchi d’aglio in camicia
  • mezzo peperoncino piccante
  • 1 bicchierino di Marsala stravecchio
  • prezzemolo tritato q.b.
  • sale q.b.
  • 100 gr di pomodorini di Pachino DOP.

Saltare velocemente in una padella su fuoco allegro le code dei gamberoni decongelati e senza l’intestino sul dorso con 4 cucchiai d’olio e l’aglio poi aggiungere il marsala, dopo circa un minuto, togliere l’aglio, alzarli dalla padella e metterli in un piatto, per bloccare la cottura e non farli venire troppo asciutti.

Nella stessa padella, aggiungere altri due cucchiai d’olio d’oliva ed il trito di peperoncino. Lasciar soffriggere per un minuto, aggiungere i pomodorini tagliati a metà. Fate cuocere per un paio di minuti per far amalgamare il tutto e poi unite anche le code dei gamberoni e il prezzemolo tritato.

Se desiderate un piatto più cremoso potrete aggiungere nella padella fuori dal fuoco poca panna da cucina.

Se lo volete ancora più profumato e sfizioso, basterà alla fine una spruzzata di ottimo curry, Curry Sherwood per esempio. Penserà lui a fare il miracolo, assieme al marsala.

 

 

 

 

  

martedì 10 ottobre 2023

I PIATTI DI MARE NON SARANNO PIU’ GLI STESS

 




Pesci, primi piatti con frutti di mare o crostacei, avranno un nuovo sapore di mare che non ti aspettavi.

Però dovrai spendere.

Ecco, per ordine di importanza, i prodotti da impiegare e le relative immagini.

 

Knorr Fondo di Crostacei in Pasta - 1 Kg -

Prezzo:

33,03 €.

Knorr Brodo Di Pesce Senza Glutine Granulare. 15,13€ 

Knorr Brodo di Mollusco (10 x 8 gr). 8,99€

TI STO RIVELANDO ALCUNI SGRETI DEGLI CHEF, ANCHE STELLATI, relativi a piatti di mare, SEGRETI CHE SOLO POCHI CONOSCIAMO.

Quali e come miscelarli, a seconda del piatto che prepari, dovrai scoprirlo da solo.

PER I PIATTI DI CARNE PREPARERO’ UN POST A PARTE, MA NON SO QUANDO.

I prodotti indicati sono tutti Knorr, garanzia di ottima qualità, e sono reperibili su Amazon. Su Amazon acquisto parecchio con ‘Prime’.

Curiosità

Lo sapevi che... Le cime di rapa e i friarielli sono frutti della medesima pianta, coniugando una stretta affinità botanica. Tuttavia, una significativa diversità tra i due consiste, nei primi, sia le foglie che le infiorescenze, mentre nei secondi ci si limita alle infiorescenze, più sottili e soffici.

 

giovedì 5 ottobre 2023

spaghetti alle vongole con salsa di pomodorino giallo e limone.

 






Un primo piatto che ho preparato e che mi ha sorpreso per semplicità e gusto.

Ingredienti

·        olio

·        spicchio d'aglio

·        prezzemolo

·        pomodorini gialli

·        limone

·        pasta

Per gli spaghetti

In una padella fare un fondo di olio, aglio e prezzemolo; aggiungere le vongole e coprire con un coperchio. Quando le vongole cominciano ad aprirsi versare del ghiaccio al loro interno per bloccarne la cottura. Filtrare il liquido di cottura assieme alle vongole. Nel frattempo cominciare a cuocere gli spaghetti nel brodo ai frutti di mare Knorr.

Per la salsa di pomodorino giallo

In una padella rosolare i pomodorini gialli con olio, aglio e prezzemolo; aggiungere un mestolino del brodo ai frutti di mare diluito con acqua della pasta e lasciar cuocere 2/3 minuti. Frullare il tutto e aggiungere una grattugiata di limone fresco. Scolare la pasta ancora molto al dente all’interno della salsa di pomodorino giallo, aggiungere le vongole con la loro acqua e ultimare la cottura della pasta in padella. Mantecare con olio e pepe e servire con delle foglioline di prezzemolo fresco.

 

 

 

 

lunedì 2 ottobre 2023

PASTA COL GAMBERONE SURGELATO

 



Per realizzare la pasta con i gamberi preparate un trito di cipolla e fatela rosolare in una pentola con dell’olio, quando inizia a colorare aggiungete l’aglio e il pomodoro a cubetti La Doria, senza la parte liquida.

Unite le code di gamberoni argentini scongelati, tolto il budello e tagliati a pezzi, mettete un pizzico di sale e di pepe o peperoncino e fate cuocere per circa 10 minuti assieme a un mestolo di ‘Brodo granulare Knorr ai Frutti di Mare’ già preparato. Attendete che la parte liquida divenga cremosa.

Cuocete spaghetti o linguine al dente in abbondante acqua bollente salata, scolateli e trasferiteli in padella insieme al sugo per condirli alla perfezione.

Aggiungete del prezzemolo fresco tritato e saltate il tutto per qualche altro secondo.

Servite la pasta con i gamberi con l'aggiunta di altro prezzemolo fresco tritato, un giro d'olio extravergine a crudo e poco pepe nero macinato fresco.

Per avere questo piatto già gustoso, ancora più gustoso, non gettate via carapace e teste dei gamberi, impiegateli per preparare una bisquè concentrata, che aggiungerete in padella assieme alla pasta cotta al dente e pronta per una lunga mantecatura. 

 

  

martedì 26 settembre 2023

PASTA CON TENERUMI E FRUTTI DI MARE.

 



Cimentati a preparare una ricetta inconsueta derivata da una pietanza tipica palermitana.

Pasta coi tenerumi e frutti di mare

Ingredienti per 4 persone

300 g fasolari
200 g 
vongole
200 g cozze 
150 gr di ciliegino
100 g gambero rosso locale
50 g burro 
40 g parmigiano  
20 ml vino bianco
2 carote 
coste di sedano 
cipolla  1,5 l di acqua
1 zucchina lunga estiva 
1 mazzo di tenerumi (foglie della zucchina)
1 cipolla bionda
1 testa di aglio
prezzemolo fresco
aglio
vino bianco secco
olio extravergine di oliva
sale.

Procedimento a cinque stelle

Tagliate la cipolla a julienne e rosolare per bene, aggiungere zucchina e ciliegino precedentemente tagliati, stufate leggermente ed aggiungere del brodo vegetale. Aggiungete le foglie della zucchina (tenerumi) portando tutto a cottura.

Per il brodo vegetale:

Pulite per bene sedano, carota e cipolla, ponetele in una casseruola con acqua fredda e portate a bollore per un paio di minuti. Filtrare e fate raffreddare.

Aprite separatamente tutti i frutti di mare; rosolate con un filo d’olio extra vergine d’oliva, uno spicchio d’aglio e del prezzemolo, aggiungete il frutto di mare, rosolare leggermente e sfumate con un goccio di vino bianco, con un coperchio chiudere la casseruola, finché il frutto di mare non risulti aperto. Ripetete lo stesso procedimento per tutte le tipologie di frutti di mare. Una volta aperti, ricavate con cura il frutto dai gusci, prestando attenzione a salvaguardare l’acqua ricavata dalle vongole, che servirà in seguito per la cottura della pasta risottata.

Per la pasta risottata:

In una casseruola, aggiungete lo scalogno precedentemente tritato finemente, olio extra vergine d’oliva, un pizzico di sale e pepe e far rosolare. Iniziare a fate tostare leggermente, come fosse un risotto, sfumare con del vino bianco, fate evaporare la parte alcolica e procedere aggiungendo il brodo vegetale e pian piano un po’ di acqua di vongole, per dare sapore e sapidità. A metà cottura, unite il composto coi tenerumi, così da far insaporire la pasta risottata. Passato il tempo di cottura della pasta, circa 12 minuti, portate via la casseruola dal fuoco, aggiungete il burro ed il Parmigiano, una grattata di pepe ed una parte dei frutti di mare, avendo cura di tenerne da parte alcuni per guarnire il piatto, ed iniziate a mantecare fino a raggiungere la giusta cremosità.
In un piatto fondo, posizionate la pasta risottata con cura, aggiungete il gambero crudo ed i frutti di mare precedentemente scaldati per guarnire.

Le immagini sono della presentazione del piatto.

 

 

 

giovedì 21 settembre 2023

PAPRICA.

 




La pàprica è una spezia ottenuta dal peperone dolce o piccante che, messo a essiccare dopo essere stato liberato dalla parte interna bianca, viene macinato fino a ottenere una polvere. È conosciuta anche con i nomi di pepe rosso, pimento rosso, capsico. 

Paprica e peperoncino non sono la stessa cosa

Nelle nostre dispense le abbiamo quasi sempre entrambe e capita spesso di utilizzarle indistintamente. Esteriormente sembrano assomigliarsi, eppure paprica e peperoncino essiccato non sono la stessa cosa.

La paprica (o paprika, come si dice in ungherese, dove il termine indica anche il peperone come ortaggio) è una spezia preparata essiccando e riducendo in polvere il peperoncino, che può avere un diverso grado di piccantezza a seconda della varietà scelta. La più apprezzata per la paprica è la Capsicum Anuum: il peperoncino viene privato della parte bianca interna e dei semi, poi viene tagliato, essiccato al sole e infine polverizzato.

Come dicevo, il risultato può variare in base alla tipologia di peperoncino e al processo di lavorazione: ad esempio, la paprica piccante si differenzia da quella dolce perché i peperoni vengono macinati senza essere privati dei filamenti interni ai quali sono attaccati i semi, dove si concentra la capsaicina, sostanza responsabile della piccantezza. Quindi, a differenza di quello che si crede, la paprica non è sempre piccante, bensì può essere dolce, semi-dolce, forte o affumicata (quest'ultima viene utilizzata soprattutto in Spagna (pimenton), dalla paella al polpo alla galiziana, fino al chorizo).

Per questo motivo la paprica non può sostituire così facilmente il peperoncino, fresco o essiccato che sia: in genere la paprica ha un gusto deciso, che interviene notevolmente sul sapore degli ingredienti, mentre il peperoncino è più neutro e si usa per conferire la nota piccante, senza alterare gli aromi.

Ti svelo un mio segreto.

ESALTA IL SAPORE DEL SUGO DI POMODORO

Un cucchiaino colmo di paprica dolce, aggiunto in cottura al sugo di pomodoro, lo scurisce rendendolo di un rosso tendente all’amaranto, lo rende più denso e soprattutto … ne esalta il sapore.

 

 

 

mercoledì 6 settembre 2023

Forse non sai che in Sicilia c'è la tomba di un gigante: dov'è questo luogo (leggendario)

 



A seguire l’articolo di Livio Grasso Archeologo

<< Sulla strada per Sagana è ben visibile un sarcofago di grandissime dimensioni. Secondo racconti popolari, era stato "foggiato" per l'eterno riposo di un'enorme creatura.

Un tempo, secondo antiche leggende, la Sicilia fu popolata da enormi e temibili creature. Si tratta dei cosiddetti giganti, protagonisti di innumerevoli racconti mitici. Alcune fonti rilasciano svariate notizie sulla possibile esistenza di questi uomini mastodontici.

A tal riguardo, si vocifera che nel 1527 furono rinvenute delle enormi ossa in diverse grotte del Monte Grifone; la località rientra nel versante territoriale di Palermo.

Tale ritrovamento indusse gli studiosi a compiere delle ricerche sempre più approfondite e dettagliate in relazione alla civiltà dei giganti.

Basti pensare allo storico Antonio Mongitore che, nell’opera intitolata "Della Sicilia ricercata nelle cose più memorabili", riportava molteplici informazioni sulla presenza delle ossa dei giganti in vari luoghi siciliani. Oltre a ciò egli dichiarava di aver visitato personalmente la spelonca di Maredolce.

Qui, a suo dire, un certo Paolo Lentini individuò il cadavere di un gigante alto 18 cubiti (circa otto metri). A partire da allora l’area fu assiduamente frequentata da numerosi visitatori, attratti dalla sensazionale scoperta. Ciò, al contempo, incentivò a ritenere che i giganti fossero i primi abitatori dell’isola.

Dello stesso avviso erano persino il filosofo Empedocle, vissuto nel V secolo a.C., e il noto Giovanni Boccaccio.

Entrambi, infatti, affermavano che i giganti abitavano negli antri costieri siciliani. Nei primi decenni dell’Ottocento, la questione fu sottoposta a delle analisi minuziose e accurate; accertare la veridicità dei fatti raccontati rientrò tra gli obiettivi prioritari della ricerca.

Ben presto, precisamente nel 1831, le indagini confermarono che i resti ossei appartenevano ad animali di epoca preistorica: cervi, ippopotami ed elefanti.

Dello stesso avviso erano persino il filosofo Empedocle, vissuto nel V secolo a.C., e il noto Giovanni Boccaccio.

Entrambi, infatti, affermavano che i giganti abitavano negli antri costieri siciliani. Nei primi decenni dell’Ottocento, la questione fu sottoposta a delle analisi minuziose e accurate; accertare la veridicità dei fatti raccontati rientrò tra gli obiettivi prioritari della ricerca.

Ben presto, precisamente nel 1831, le indagini confermarono che i resti ossei appartenevano ad animali di epoca preistorica: cervi, ippopotami ed elefanti.

Da quel che si vocifera, l’arcano fu risolto dal brillante e talentuoso abate Domenico Scinà. Nel 1867, invece, Gaetano Giorgio Gemmellaro risalì all’identificazione delle suddette specie effettuando uno studio anatomico e morfologico delle ossa. Allo stato attuale, esse sono conservate presso il Museo Gemmellaro della città palermitana. I fossili rinvenuti risalgono a circa 200.000 anni addietro.

A quel periodo, come attestato dalla scienza, la terra siciliana pullulava di elefanti, ippopotami, cervi, daini, lupi, cinghiali e orsi. Ad ogni modo, il mistero sull’esistenza dei giganti in Sicilia non appare del tutto chiarito.

Nella frazione di Sagana, sita nel territorio di Monreale, è ben visibile un sarcofago di grandissime dimensioni.

I ricercatori, non appena localizzato, hanno indagato sulle origini storiche del complesso tombale. Prestando fede alle testimonianze popolari, esso era stato "foggiato" per contenere le spoglie di un vero e proprio gigante.

Di converso, altri sostengono che fu realizzata per seppellire un guerriero saraceno di nobili origini. Purtroppo, la carenza di indizi sul reperto non consente di giungere ad alcuna conclusione esaustiva.

Ulteriori teorie, in aggiunta, ipotizzano che il sepolcro custodiva la salma di un patrizio romano. In ogni caso, ad oggi, i più credono che sia un cenotafio. Ovvero un monumento sepolcrale che, nell’antichità, veniva eretto per commemorare una persona od un gruppo di persone sepolte altrove.

In definitiva, il monumento funebre di Sagana è un enigma che pone una serie di interrogativi difficilmente risolvibili. Pertanto, la formulazione di un giudizio scientifico e risolutivo non è al momento proponibile. <<

Osservando da vicino quel sarcofago, situato proprio a pochi metri dalla strada, ho notato che è stato sicuramente violato. Alcuni dei blocchi di tufo, con cui sembra costituito, sono stati rimossi e poi rimessi a posto chiudendo le fessure con del materiale di colore leggermente diverso da quello del tufo. La manomissione è chiaramente evidente. Nessuno sa nulla di tale violazione o cosa abbia scoperto.

I segni dell’erosione farebbero risalire la sua costruzione ad un paio di millenni fa, al tempo degli antichi romani.

Le abitazioni della frazione Sagana distano parecchio ed ancor più Monreale, mentre l’area dove sorge il sarcofago è oggi praticamente disabitata, il sarcofago fu quindi edificato in mezzo al nulla. 

domenica 16 luglio 2023

Pesto di basilico alla genovese velocissimo, fatto in casa col frullatore in pochi secondi








INGREDIENTI DEL PESTO ALLA GENOVESE CON QUANTITÀ ORIENTATIVE PER 3 PORZIONI
135 gr di olio extravergine d’oliva.
75 gr di foglie di basilico.
45 gr di parmigiano reggiano.
30 gr di pecorino sardo
30 gr di pinoli.
1 spicchio piccolo di aglio.
1 pizzico di sale grosso.
Frullare tutto insieme, se col frullatore a immersione alzarlo e abbassarlo in modo da coinvolgere tutto il contenuto.
Una volta che il nostro pesto alla genovese avrà una bella consistenza cremosa, densa e omogenea sarà pronto. Potremo utilizzarlo subito, magari per condire trenette o trofie, oppure conservarlo in frigorifero per circa una settimana, avendo l’accortezza di ricoprirne la superficie con un filo d’olio, in maniera che non si ossidi e cambi colore.

Per mantenere verde il colore del basilico basterà sbollentare per qualche secondo metà delle foglie, asciugarle, aggiungere le altre e procedere come da ricetta. 

venerdì 23 giugno 2023

PASTA CON ACCIUGHE E POMODORINI CONFIT


Ingredienti per 2 piatti:

• 200 g di pasta, calamarata, mezze maniche ecc.
• 7 filetti di acciughe salate sott’olio
• olio extravergine di oliva q.b.
• 150 g di pomodorini ciliegino Pachino DOP confit, poco caramellati
• spicchio di aglio tagliato a pezzetti piccoli, prezzemolo e basilico

Mentre la pasta cuoce, in una larga padella sul fuoco mettere olio e aglio da togliere prima che imbiondisca. Aggiungete i filetti di acciughe con due cucchiai di acqua di cottura, schiacciateli col dorso della forchetta fino a creare una cremina. Aggiungete i pomodorini e versate in padella la pasta cotta al dente, il prezzemolo tagliato sottile e il basilico. Mescolate bene e servite.

 

martedì 28 marzo 2023

SPAGHETTI ALLE VONGOLE ALLA REGOLA DELL’ARTE

 



Siamo abituati a pulire le cozze con la lana d’acciaio per renderle belle pulite, ma le vongole?

Le vongole vanno pulite allo stesso modo, ma la cosa più importante è farle purgare.

Cominciamo con l’eliminare quelle rotte, quindi teniamole in un recipiente qualche ora in acqua e sale, un cucchiaino per ogni litro d’acqua.

Togliamo le vongole con le mani e gettiamo l’acqua per purgarle, sicuramente sul fondo ci saranno granelli di sabbia. Questa operazione va ripetuta fino a quando non si vedranno più granelli di sabbia.

In un tegame sul fuoco mettere olio, due spicchi d’aglio, da togliere prima che imbiondisca, i gambi del prezzemolo e una spruzzatina di vino bianco. Coprire il tegame, aspettare che le vongole si aprano, quelle che non si aprono vanno buttate. Porre attenzione, eccedendo nella cottura l'acqua rilasciata dalle vongole evapora. 

Filtrare bene il liquido delle cozze, se risultasse poco si potrà aggiungere poca acqua di pasta. Togliere i gambi di prezzemolo, aggiungere olio, prezzemolo tritato, poco pepe nero macinato fresco e la pasta cotta al dente, mantecando bene.

Scolate gli spaghetti molto al dente (un paio di minuti prima del tempo) e trasferiteli nella padella, mantenendo da parte un bel po’ della loro acqua di cottura.

Fate saltare gli spaghetti alle vongole per un paio di minuti, aggiungendo poco a poco un po’ di acqua di cottura della pasta finché gli spaghetti saranno giunti a cottura e sul fondo si sarà formato un sughetto denso.